mercoledì 15 luglio 2015

Qualcuno pensi ai bambini


(ndr. Questo post può riportare opinioni personali)

BOLOGNA- In una società decadente, in lento sgretolamento ci si ritrova spesso ad incappare in scontri di idee difficilmente districabili. Da un lato esistono situazioni di difficoltà oggettive che mettono a rischio la vita di molte persone, la mancanza di un lavoro che si tramuta nell'impossibilità di permettersi un tetto sopra la testa, o la mancanza di documenti regolari che impediscono a molti la possibilità di accedere alle graduatorie per le case comunali.
Dall'altro esistono i paladini della legalità, quelli secondo cui è meglio lasciare morire delle persone nella legalità piuttosto che dargli un tetto, perché le occupazioni semplicemente, sono illegali. La legalità è una bandiera dietro cui molta gente nasconde le proprie paure e i propri limiti, spesso la propria mancanza di umanità. Grazie agli uomini, non certo a dio, esistono alcune realtà che cercano di dare una risposta positiva a questo sgretolamento sociale.
Il nostro percorso di Rete ha incorciato quello degli occupanti dell'Ex Telecom, si tratta di ragazze, ragazzi, famiglie e bambini che abitano uno stabile in disuso e l'hanno trasformato in un posto bellissimo. Non si tratta solamente di "diritto al tetto", ma di "diritto all'abitare", cioè il diritto, a volte anche il dovere, di ogni persona di stare bene nel posto in cui vive, di avere intorno una comunità nel vero senso della parola, una comunità in cui ci si sostiene nelle difficoltà e si condividono le gioie della quotidianità.
Ma nella città rossa, dotta e un po' panzuta c'è chi vorrebbe addirittura aprire un'inchiesta perché un sindaco ha fatto un gesto d'umanità riallacciando l'acqua ad uno stabile in cui vivono decine di bambini, questa volta in via de Maria.
I bambini sono vittime innocenti di un sistema che mette al primo posto la legalità e al secondo, (ma nemmeno secondo, forse al quarantacinquesimo) l'umanità e la solidarietà.
Noi come Rete abbiamo deciso di attivarci soprattutto per loro, per i bambini che vivono nell'occupazione dell'Ex Telecom e che non hanno accesso ai Campi Solari perché non se lo possono permettere, che non hanno accesso a servizi per l'infanzia spesso per problemi burocratici.
A fronte di ciò ci sono centinaia di educatori che durante l'estate restano senza un reddito. Un paradosso se pensiamo a quanto bisogno ci sarebbe della nostra professionalità, soprattutto durante l'estate, quando le scuole sono chiuse e i bambini e i ragazzi restano a casa a girarsi i pollici perché spesso non possono permettersi nemmeno di entrare, ogni tanto, nelle piscine comunali. Proprio durante l'estate ci sarebbe bisogno di offrire delle possibilità e delle attività a questi bambini e a queste bambine per non relegarli ancora di più nell'emarginazione di cui spesso sono già vittime.
Noi siamo dell'idea che il diritto all'infanzia non debba essere negato a nessun bambino e a nessuna bambina.
Per questo motivo abbiamo intrapreso un percorso intrecciato con le ragazze e i ragazzi di Social Log e con le famiglie dell'Ex Telecom per provare a garantire un minimo di diritto all'infanzia a questi bambini.

"Noi stiamo già cambiando il mondo mentre voi lottate per spartirvelo."